E’ noto che il “piceno” sia territorio particolarmente vocato per il tartufo nero pregiato ma non altrettanto forse che Montefalcone Appennino (Fm), sito a mt. 700 s.l.m, su una splendida e spettacolare rupe dove nidificano i falchi (da cui prende il nome) vanti quasi 100 tartufaie per oltre altrettanti ettari (coltivati da circa 60 famiglie) su una popolazione di 470 ab) che in proporzione, ne fa senz’altro uno dei comuni con la più alta concentrazione di tali coltivazioni tanto da esserne stato modificato il paesaggio agrario, passato dalle tradizionali culture granarie e foraggere agli impianti diffusi di alberi da tartufo (principalmente querce) che oltre ad una maggiore redditività rappresentano una ottima manutenzione del territorio di cui si evitano i dissesti.
Altrettanto noto è che il pregio del tartufo dipenda essenzialmente dalla freschezza poichè la volatilità del profumo ne degrada rapidamente la qualità.
Su tali premesse, accogliendo l’invito del suddetto Comune e della locale “Pro-loco” alcune aziende agricole produttrici, superando le tradizionali gelosie, hanno deciso di aprire le loro tartufaie a chi sia interessato ai metodi di coltivazione,alla ricerca dei tuberi con il cane, (conducendovi, se credono, il loro secondo severe regole di rispetto ambientale), acquistarli a prezzo da “cavatore”, degustarli presso la stessa azienda o quelle di ristorazione della zona ( specializzate in tale cucina ), visitare i luoghi di interesse naturalistico, storico, artistico del luogo e utilizzare l’ospitalità locale che offre b&b, agriturismi e case vacanze, country house.